Alba dal rifugio Grassi
Alba dal rifugio Grassi

Il rifugio Grassi si trova presso la Bocchetta di Camisolo (2000 m slm), sotto al Pizzo dei Tre Signori, sul confine fra le Orobie lecchesi, le Orobie bergamasche e le Orobie valtellinesi. Si trova in comune di Valtorta (BG), ma l’accesso più comune è da Introbio (LC) oppure, d’estate, dai Piani di Bobbio (Barzio, LC).

LA GRASSI E’ RIMASTA UN VERO RIFUGIO: NIENTE STRADA, NIENTE JEEP, NE’ MOTOSLITTA. I RIFORNIMENTI QUASSU’ ARRIVANO A SPALLA O IN ELICOTTERO. NONOSTANTE LA FATICA NOI APPREZZIAMO QUESTO POSTO E SAPPIAMO CHE ANCHE PER VOI E’ COSI’.

Di seguito sono elencati e poi descritti i vari percorsi per raggiungere il Rifugio. Nell’ordine:

1. Da Barzio o dai Piani di Bobbio, sentiero 101- percorso consigliato d’estate

2. Da Introbio, strada (o sentiero) di Val Biandino e poi sentiero nr. 40- percorso consigliato d’inverno

3. Da Introbio, sentiero nr. 27 della Foppabona – relazione dettagliata

4. Da Introbio per la Valbona – percorso per esperti

5. Da Valtorta frazione Ceresola e poi sentiero 101

6. Da Valtorta frazione Costa, sentiero 104

E’ inoltre disponibile un file in formato GPX contenente alcune tracce GPS per raggiungere il rifugio. Per scaricarlo clicca qui.

Istruzioni:
Salvate il file GPX sul disco rigido del proprio pc.
Una volta scaricato il file che interessa sul proprio disco rigido (con estensione .GPX) è possibile aprirlo o importarlo nei principali programmi che si interfacciano con i ricevitori GPS.
Aprite il file .GPX, sarà quindi possibile trasferire la traccia sul vostro navigatore portatile, come track da seguire sul campo e seguire le istruzioni d'uso riportate sul manuale del vostro GPS.

1. DA BARZIO O DAI PIANI DI BOBBIO SENTIERO NR. 101

Si percorre la strada che parte dal piazzale dell’ovovia oppure si sale in quota con l’ovovia stessa. L’ovovia è attiva da giugno a ottobre il sabato e domenica, nei giorni feriali di luglio con tre corse al giorno e ad agosto tutti i giorni con corse continuative. Per informazioni sulle corse vedi il sito www.pianidibobbio.com ). Dai Piani (quota 1600 m slm) si raggiungere il rifugio lungo la panoramica cresta del sentiero 101 (seguire dapprima le indicazioni per Rifugio Buzzoni e sentiero 36, fino a trovare le indicazioni per il Rifugio Grassi e sentiero 101). L’ intero percorso è molto ben visibile e abbondantemente segnalato. Solo in caso di nebbia e con neve al suolo l’orientamento può essere difficoltoso. Tempo tot. 2 ore e mezza salendo in quota con l’ovovia, 4 ore salendo a piedi da Barzio.

Questo percorso non è fattibile d’inverno, con neve o ghiaccio. Lo possono prendere in considerazione solo  persone esperte e attrezzate con ramponi e piccozza, se il rischio slavine è basso e chi lo percorre è in grado di valutare la stabilità dei versanti.

2.DA INTROBIO, PER LA VAL BIANDINO (SU STRADA O SU SENTIERO) E POI SENTIERO NR. 40

itinerario rifugio grassi da introbio

All’uscita del paese di Introbio si seguono le indicazioni per la Val Biandino, percorrendo dapprima la via Alla Cascata e poi la via Alle Ville; è possibile parcheggiare dove la strada diventa sterrata, in prossimità dei cartelli segnaletici dei rifugi. Attenzione: non è più consentito il transito sulla strada oltre i cartelli, nemmeno per il primo tratto (primo ponte).

La strada, perlopiù cementata con brevi tratti sterrati, conduce in circa due ore di cammino alla Bocca di Biandino (possibile d’estate servizio jeep navetta fino alla Bocca di Biandino, concordare l’orario della jeep con i rifugi Valbiandino , 0341 981050 oppure Tavecchia, 340 5012449) . Da Biandino il sentiero nr. 40 in un’ora e un quarto porta alla Grassi. Tempo tot. 3,5 ore circa partendo a piedi da Introbio.

La strada si può altrimenti evitare seguendo il sentiero, che percorre la stessa valle e interseca la strada a più riprese. E’ possibile imboccare il sentiero dopo il primo ponte , o subito prima del secondo ponte (segnaletica in loco). Subito prima del primo ponte, sulla destra,  viene indicato un altro sentiero il numero 34 che percorre la valle in sinistra idrografica, si tratta di un sentiero più scomodo, poco battuto e spesso ghiacciato d’inverno.

Ci sono altri due sentieri che collegano Introbio alla Grassi, percorrendo valli alternative alla Val Biandino: la Foppabona, nr. 27 che si prende direttamente dal paese in centro alla strettoia (cartello cai in alluminio) o dalla strada della Val Biandino imboccando la deviazione per la località LA PEZZA;  la Valbona  N° 34 (Freccia cai in alluminio  500 m dopo il secondo ponte, 300 m dopo l’agriturismo La Baita).  Entrambi sono più impegnativi rispetto alla Val Biandino, in quanto meno segnalati. Entrambi sono consigliati a persone pratiche della zona. Vanno affrontati con prudenza, in particolare d’inverno, se c’è neve al suolo, oppure in caso di nebbia.

3. DA INTROBIO, SENTIERO NR. 27 DELLA FOPPABONA

Il rifugio Grassi dalla sella di Foppabona
Il rifugio Grassi dalla sella di Foppabona

A nostro parere, per chi vuole raggiungere il rifugio Grassi partendo da Introbio, il sentiero della Foppabona (numero 27), recentemente risegnato,  rappresenta una valida alternativa alla Val Biandino, sopratutto d’estate e per chi è infastidito dal traffico della strada. Esso si snoda prima per boschi di castagni e faggi, poi in mezzo ai larici e successivamente attraverso pascoli fino a raccordarsi al sentiero 101 della Dorsale Orobica Lecchese presso la sella di Foppabona. La zona è affascinante, panoramica e selvaggia, e va considerato che, essendo il tracciato esposto a sud in una conca, nelle ore centrali della giornata è molto caldo. Si può partire dal paese di Introbio, al centro della strettoia che caratterizza il paese troviamo dei cartelli di alluminio che recano l’indicazione RIFUGIO GRASSI. Oppure si percorre il primo tratto della strada della Val biandino, dai cartelli si cammina per circa 20 minuti e si trova sulla destra un’ indicazione per la Pezza/rifugio Buzzoni, la strada è cementata (foto 1).

Si prende dunque  a destra e dopo 300 metri, superate le baite, si devia a sinistra per un sentiero stretto tra una recinzione e un ruscello (cartelli in alluminio con indicazione ALPE FOPPABONA e bollo bianco e rosso n° 27 foto 2).

Bivio per la località La Pezza
Foto 1 Bivio per la località La Pezza – GPS N45° 58.826′ – E009° 27.617′ – 825MSL.
Cartelli e bolli segnaletici
Foto 2 Cartelli e bolli segnaletici

Si sale per una ripida mulattiera lastricata, prima in un bosco di castagni e poi in una faggeta. Si incontra una baita recintata lambita da una strada sterrata; si ignora la strada e si prosegue per la mulattiera sempre con pendenza marcata. In alternativa  è possibile percorrere la sterrata, con pendenza minore ma sviluppo sensibilmente più lungo. Il fondo appare sempre più rovinato dall’acqua, e dopo aver  intersecato la strada a più riprese  si giunge alla sommità del crinale. Qui una volta c’ era la bocchetta di Pianca, ora inglobata dalla strada foto 3.

L'intaglio alla bocchetta di Pianca
L’intaglio alla bocchetta di Pianca – Gps N45° – 59.158′ – E009° – 28.267′ – 897msl. ora non esiste più

Qui nei secoli passati i pastori hanno scavato la roccia ricavandone uno stretto corridoio nel quale le bestie venivano fatte passare una per una , facilitando così la conta al momento della salita e della discesa dall’alpeggio. Appena oltre troviamo un grosso faggio con un segnavia biancorosso dipinto sul tronco e cartello segnaletico in legno; qui il sentiero scende leggermente e attraversa un tratto di bosco con parecchi alberi morti caduti a terra, quindi si giunge sotto alle baite di Pianca e si attraversa un pascolo infestato da alte felci foto 4.

Il pascolo infestato da felci
Il pascolo infestato da felci foto 4

Il sentiero prosegue nella faggeta con tracciato rettilineo; dopo circa 300m attraversa un primo torrentello, seguito a breve distanza da un secondo, con un evidente bollo biancorosso su un sasso.

Primo torrente della Foppabona
Primo torrente della Foppabona – GPS N45° – 59.431′ – E009° – 28.730′
Secondo torrente della Foppabona
Secondo torrente della Foppabona

Si prosegue con leggera pendenza, i faggi lasciano il posto ai larici, poi il sentiero si inerpica con stretti tornanti in una zona di pascolo inerbato e piccole pietraie. La vegetazione dirada fino a lasciare posto a rare betulle; dopo circa 20-25 stretti tornanti si incontra un bivio, con un evidente segnavia gialloblu n°27 posto su un sasso con a fianco una freccia gialla sbiadita che indica a destra RIFUGIO     GRASSI.

Bivio con bollo gialloblu
Bivio con bollo gialloblu – GPS N45° – 59.613′ – E009° – 29.234′ – 1750m
Pietraia dopo il bollo gialloblu
Pietraia dopo il bollo gialloblu

Segue un tratto in moderata pendenza cosparso di sassi, poi il sentiero si innalza ancora con alcuni tornanti e si raggiunge un piccolo pianoro erboso; a sinistra scorgiamo le rovine di alcuni muri a secco. Si piega a destra verso un torrentello, si risale un piccolo zucco e si raggiunge un secondo pianoro erboso con un abbeveratoio in cemento per le mucche.

Si attraversa un ruscello su un piccolo tratto cementato e si piega a destra superando un secondo piccolo zucco. Si sbuca così sull’ampio pascolo della Foppabona; sulla destra scorgiamo un recinto che protegge alcune sorgenti, e il sentiero attraversa un muretto a secco in corrispondenza di un palo metallico dipinto di giallo.

Abbeveratorio in cemento
Abbeveratorio in cemento
Il muretto a secco con il palo giallo
Il muretto a secco con il palo giallo; sulla sx si scorge la baita di Foppabona, mentre contro il cielo sulla dx la sella di Foppabona nel suo punto più basso

Qui la traccia, finora piuttosto labile, scompare del tutto per ritornare ben visibile una volta oltrepassata la baita di Foppabona che vediamo di fronte a noi. Dalla baita si prende a destra, si costeggiano dei mucchi di pietre e in 5 minuti si raggiunge la sella di Foppabona, congiungendosi al sentiero 101 (cartelli indicatori in alluminio). Da qui il rifugio è a vista e si raggiunge in meno di mezz’ora.

La sella di Foppabona
La sella di Foppabona – GPS N46° – 00.019′ – E009° – 29.625′ – 1991m
Il rifugio Grassi dalla sella di Foppabona
Il rifugio Grassi dalla sella di Foppabona

4. DA INTROBIO PER LA VALBONA

Percorrendo la strada di Val Biandino, circa 300 metri dopo l’agriturismo La Baita e qualche metro dopo il torrente Valbona (riconoscibile dalla profonda cunetta sulla strada) si nota un piccolo cartello di alluminio che invita a seguire un sentiero che si inerpica ripido dapprima nel bosco, poi su ghiaione, e infine risale la valle. Questo sentiero, quasi interamente ripulito nell’estate 2011, resta tuttavia un sentiero ripido e impegnativo (un breve tratto, franato, richiede l’appoggio delle mani per la progressione), scarsamente segnalato, poco frequentato, che si sviluppa in ambiente severo. Più una traccia da cacciatori che un vero sentiero. E’ un sentiero molto bello, lontano dal traffico della Val Biandino, in ambiente appartato e frequentato volentieri dagli animali. Lo consigliamo tuttavia ad escursionisti esperti, con abbigliamento e calzature adeguate. In particolare, è meglio percorrerlo nelle mezze stagioni, quando la vegetazione è meno rigogliosa e facilita il riconoscimento del tracciato. Risalendo la Valbona fino in cima si esce nella bocchetta tra lo Zucco di Valbona e lo Zucco di Cam: da qui in pochi minuti si scende al Rifugio.

5. DA VALTORTA, FRAZ. CERESOLA (PARTENZA DAL PIAZZALE IMPIANTI) E POI SENTIERO NR. 101

Dal parcheggio degli impianti (Bar / Ristorante Trifoglio) si imbocca a sinistra la strada per i Piani di Bobbio, dopo qualche minuto di cammino,  giunti ad un tornante,  si prende a destra seguendo l’indicazione Rifugio Grassi, verso un gruppo di baite. Si prosegue su sentiero segnato e ci si sposta progressivamente a destra, inizialmente in leggera discesa, fino a raggiungere la pista del Cedrino all’ estrema destra dei campi da sci. La si percorre fino ad arrivare in cresta, in corrispondenza di una sella erbosa, dove si incrocia il sentiero 101 ( Passo del Cedrino), cartelli in legno e in alluminio.  In alternativa, a metà pista, in corrispondenza di una baita, un cartello di legno indica a destra verso il passo del Gandasso, la traccia è leggermente più corta. Dal Passo del Cedrino si segue il 101 fino al passo del Gandasso, bivio per il rifugio Buzzoni sulla destra. Qui diritti per il 101, molto ben segnalato, si risale l’ erta del Passo del Toro, circa 2040 metri di quota. Da con una serie di  leggeri saliscendi in poco più di un’ ora si arriva al rifugio,  (tempo tot. 2 ore e mezza dal parcheggio del trifoglio). Attenzione nelle mezze stagioni perchè, dopo il Passo del Toro si cambia versante spostandosi a nord e costantemente sui 2000 metri. Questo fa sì che spesso sul lato sud il pendio sia pulito, mentre a nord si trovino ancora neve e ghiaccio in quantità significative, quindi meglio avere sempre in zaino almeno i ramponcini.

Sul percorso si trovano differenti segnavia, frutto della sovrapposizione di diversi itinerari, il più frequente è il 101 colori bianco e rosso.

Se qualcuno dovesse sbagliare e percorrere la strada asfaltata che dal parcheggio porta ai piani di Bobbio, giunti qui non c’ è problema, anche da qui si trovano le indicazioni per il sentiero 101, solo si allunga il percorso di circa 45 minuti.

6. DA VALTORTA FRAZ. COSTA SENTIERO NR. 104, OPPURE DA SCASLETTO RACCORDANDOSI POI AL 104.

Giunti al paese di Valtorta conviene parcheggiare nell’ ampio parcheggio a fianco della Pro Loco, alla frazione Costa alta non è più possibile parcheggiare. In alternativa, salendo verso Costa rimangono 4/5 posti auto al bivio tra frazione Costa e frazione Grasso. Da qui si prende la strada cementata a sinistra, che conduce alla frazione Costa Alta,  risalendo  fino alle ultime case. Da qui la strada oltrepassa una cappelletta a bordo strada sulla destra e poco dopo si arriva ad un guard rail con indicazione Rifugio Grassi, due cartelli CAI in alluminio.

Il sentiero scende leggermente e si inoltra in un bel bosco di noccioli e faggi, in breve si giunge a due ponticelli consecutivi che passano un torrentello, si prosegue e il sentiero inizia a salire, il fondo conserva qui l’antica lastricatura in sasso. Passiamo al bordo di un piccolo prato con cascina, superiamo alcuni stretti tornanti e raggiungiamo un primo bivio, qui svoltiamo a destra.

Il bosco di latifoglie cede gradualmente il posto ad una pineta, proseguiamo ed incontriamo un secondo bivio in corrispondenza di un tornante, anche qui prendiamo a destra , sentiero 104. Si prosegue in diagonale e si raggiunge un piccolo dosso, qui il sentiero gira a sinistra e comincia un lungo tratto piano, 600-800 metri in mezzo ai faggi fino ad incontrare un palo con dei cartelli ( 104, 104 A, Rifugio Grassi). Si prosegue in direzione del Rifugio, si incontra un  ruscello, lo si  supera e  siinizia a salire un tratto molto rovinato dall’ acqua, quindi il bosco dirada e si sbuca in un bel prato con due baite, l’ alpeggio di Lavez. Davanti a noi si scorgono i contrafforti del Pizzo dei tre Signori.

Il sentiero sale il bordo sinistro del prato, piega a sinistra, passa un ruscello e risale un lungo pendio con numerosi tornanti, troviamo una baita circa a metà dello stesso, Baita Cavalleri. Passiamo una cresta e ci troviamo di fronte un alpeggio con una grossa casera con tettoia detta appunto il Caserone (c’è anche un cartello col nome), il sentiero prosegue per bellissimi pascoli e dopo 20 minuti, oltrepassata una dorsale, si scorge il rifugio Grassi. Da qui in altri 25 minuti di leggera salita attraverso i pascoli si giunge al rifugio. Tempo totale 3 ore.

In alternativa, dopo aver parcheggiato alla Pro loco, si entra in paese per la via principale, proprio di fronte al parcheggio. Si vede un primo segnavia bianco rosso, si oltrepassano il bar Pizzo dei Tre Signori e la latteria, si oltrepassa la chiesa e si costeggia il campo da calcio, qui il sentiero scende al fiume, si passa un ponte e si arriva in località mulino, presenti dei cartelli segnaletici. Ancora diritti, dopo un centinaio di metri si passa il fiume su un  ponticello a sinistra e qui il sentiero inizia a salire. Dopo 10/15 minuti di cammino si raggiunge la frazione di Scasletto, la si oltrepassa e sempre salendo in 15 minuti di cammino si raggiunge l’ intersezione con il sentiero 104. Da qui in poi l’ itinerario ricalca il precedente che sale dalla frazione Costa.

DA VALTORTA TORNANTE GUALTIERI 104 A

Un ‘ ottima scelta è senz’ altro il sentiero 104 A che parte dal tornante Gualtieri, che consente di risparmiare 200 metri di dislivello e una mezz’ ora di cammino rispetto al 104 classico. In questo caso da valtorta si prosegue in auto per 1,4 Km, fino a riaggiungere il tornante gualtieri, il terzo dopo valtorta, riconoscibile dall’ allargamento della sede stradale e dal cartello in legno che indica la via del Ferro e il sentiero 104 A. Qui c’ è posto per parcheggiare 3/4 auto. Imboccato il sentiero si procede in direzione della località Falghera, si passa un primo torrente su un ponte e a breve un  secondo ponte e un secondo torrente. Inizia un pendio più ripido che il sentiero affronta con una serie di tornanti, successivamente si giunge al primo di tre punti in cui bisogna attraversare il fiume. Si prosegue fino ad un secondo guado, oltre il quale il sentiero prosegue nei faggi parallelo al torrente fino al terzo ed ultimo guado, passato il quale raggiungiamo il punto in cui il sentiero 104 A incrocia il sentiero 104. In questo punto è presente un  palo metallico  con cartelli segnaletici, da qui in poi si seguono le indicazioni Rifugio grassi/sentiero 104.

DA GEROLA ALTA O PESCEGALLO (Val Gerola)

In cinque ore, costeggiando le pendici del Pizzo dei Tre Signori: Gerola Alta / Rifugio Trona / Rifugio Falc / Bocchetta di Piazzocco / Sentiero del Cardinale / Pian delle Parole / Rifugio Grassi. Percorso a tratti impegnativo, in alta quota, segnaletica a tratti carente: CONSIGLIATO A PERSONE ESPERTE E ATTREZZATE

COME ARRIVARE COI MEZZI PUBBLICI

Il rifugio Grassi è relativamente facile da raggiungere con i mezzi pubblici: basta prendere il treno fino a Lecco, e poi l’autobus da Lecco a Introbio (circa 1 ora). Gli autobus sono abbastanza frequenti durante la settimana e il sabato, meno frequenti la domenica. Per consultare l’orario aggiornato è sufficiente cercare la linea D35 (Lecco – Premana) sul sito  www.leccotrasporti.it

Per raggiungere Barzio, da dove parte la funivia per i Piani di Bobbio, la linea è la stessa.

Valtorta invece è raggiungibile in autobus da Bergamo (solo nei feriali sabato compreso). E’ necessario cercare sul sito www.bergamotrasporti.it le linee B (Bergamo – Piazza Brembana) e B50a (piazza Brembana – Valtorta).

L’ultimo autobus da Introbio la domenica sera parte verso le 17.30 con arrivo in stazione a Lecco alle 18.25. Se si cerca un passaggio verso la stazione di Lecco la domenica sera, la cosa migliore è rivolgersi a noi rifugisti: se possibile, offriamo noi stessi un passaggio, altrimenti si cercherà tra gli ospiti del rifugio qualcuno che, tornando a casa, possa offrire un passaggio.

PERCORSO INVERNALE CONSIGLIATO: da Introbio per il sentiero della Val biandino

D’inverno conviene salire da Introbio, lungo la forestale della Val Biandino e poi seguendo la traccia battuta.

Da Bobbio il passaggio è più difficile, inoltre, in caso di nevicate abbondanti, è necessario evitare i pendii e seguire le creste, per possibile rischio valanghe (consultare la sez. Condizioni neve e sentieri di questo sito).

Salendo da Introbio sulla traccia battuta in genere non è necessaria attrezzatura. In condizioni particolari (nevicate recenti) possono essere utili le ciaspole o i mezzi ramponi (in caso di gelo intenso). Alla sezione “Condizioni Sentieri” di questo sito solitamente c’è una panoramica sufficientemente aggiornata.

Le condizioni di pericolo slavine sono rare, e riguardano esclusivamente la strada fino a Biandino e la conca di Biandino stessa. Pertanto è consigliabile, in caso di nevicate abbondanti e a bassa quota, percorrere il sentiero anzichè la sterrata dal secondo ponte alla Bocca di Biandino: il sentiero è segnalato in corrispondenza del secondo ponte (100 m prima del ponte) e dell’Agriturismo La Baita.

Sulla traccia che sale dalla Bocca di Biandino alla Grassi, a patto di restare sulla traccia battuta, non vi è pericolo, in quanto le pendenze moderate non consentono il distacco di valanghe nemmeno nel caso di nevicate eccezionali. Per prudenza è comunque utile informarsi presso noi rifugisti per conoscere la situazione aggiornata e nel caso rinunciare alla salita.